GIUSTO IL DIALOGO, NO ALL’INTEGRALISMO

di   MICHELE MAROTTA

Sul rapporto con le altre religioni i cristiani cattolici e non solo quelli italiani non possono sostenere visioni integraliste, da primi della classe. Significherebbe snaturare ed offendere la natura stessa del Cristianesimo che viene prima della visione e del consolidamento della chiesa cattolica, nata più o meno insieme ad altre chiese, fra le quali quella orientale ortodossa, quella anglicana, quella protestante, tutte importanti e tutte sinceramente animate dal rispetto della fede nell’unico Cristo. Significherebbe ignorare ciò che è venuto prima del Cristianesimo, insieme ad esso e subito dopo e che ne costituisce la base, il presupposto e la sua applicazione: le religioni induistiche e dell’Estremo Oriente, l’Ebraismo osservante, l’Islam di Maometto in particolare che ha bisogno di essere compreso e soprattutto “assorbito” non come qualcosa di distante, di incivile, di superato. Viviamo in un tempo nel quale lo scontro delle civiltà si fa sempre più serio e preoccupante ed oppone significativamente, dal punto di vista culturale, economico prima ancora che religioso, la civiltà occidentale e quella orientale, mentre resta insoluto il forte contrasto soprattutto nord-sud, fra nazioni fortemente tecnologizzate e ricche e nazioni ancora sottosviluppate e povere. Queste contraddizioni del ventunesimo secolo possono schiacciare non tanto e non solo le civiltà e le nazioni che si contrappongono ma la stessa idea di  civiltà che l’umanità ha faticosamente raggiunto. Perciò occorre essere cauti e favorire sempre più la tolleranza ed il dialogo sia interculturale che soprattutto interreligioso. A tale proposito Giovanni Paolo II ha fatto moltissimo durante il suo lungo pontificato e lo stesso Benedetto XVI intende sinceramente ricercare l’abbraccio fra tutte le religioni, almeno fra quelle che derivano dall’unica origine cristiana, rispettando e tutelando comunque tutte le altre religioni. Ma basta poco perché l’equilibrio raggiunto e la pace religiosa da tutti ricercata possa essere compromessa  e favorire gli integralismi religiosi di matrice più politica che confessionale, che vogliano approfittare della situazione per uno scontro diretto alla conquista del potere. Un semplice riferimento fatto da Benedetto XVI durante una lezione all’Università di Ratisbona(Regensburg) su una frase pronunciata dall’imperatore di Bisanzio dal 1391 al 1425, Manuele II, con lo scopo di ribadire il carattere non violento che la religione in qualsiasi fede deve perseguire, ha scatenato le forti reazioni dell’ala intransigente islamica. Certamente Benedetto XVI è stato frainteso e le sue scuse per l’interpretazione data al suo pensiero testimoniano la buona fede del pontefice e confermano la posizione pacifista e neutrale che la chiesa cattolica ha sempre perseguito negli ultimi decenni. Certamente Benedetto XVI, come qualcuno ha scritto su un importante quotidiano, dovrebbe essere meglio guidato sotto il profilo della comunicazione per evitare errate interpretazioni del suo pensiero e di quello della Chiesa Cattolica. Ma è anche vero che i giornalisti italiani sono stati i primi a fraintendere il pensiero del pontefice. E’ anche probabile che alcuni settori ecclesiastici e una parte dello stesso popolo cattolico possano avere idee integraliste, le stesse idee che non mancano altrettanto in alcuni esponenti politici ed ecclesiastici del mondo islamico. Non sarebbe la prima volta e non ci sarebbe da meravigliarsi, poiché il male non è mai separato dal bene.

 

 

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